Indubbiamente qualcosa da nascondere

 

Lunedì 3 agosto, sull’autostrada A20, Messina-Palermo, all’interno della galleria Pizzo Turda (km 170) un’auto ha un incidente (tamponamento) con un mezzo Anas addetto alla manutenzione.


La donna alla guida, invece che fermarsi nelle immediate vicinanze, decide di proseguire, accostare subito dopo l'uscita della galleria, e far perdere le proprie tracce. Porta via con sé suo figlio di 4 anni, non si sa precisamente in quali condizioni.

 

A questo comportamento, c’è solo una risposta plausibile.

Chi guidava aveva qualcosa da nascondere, qualcosa che era fondamentale tenere nascosto, da verbali o possibili indagini della polizia stradale.

Veniamo ora alle ipotesi su cosa potesse voler nascondere.

a)            Il fatto che si stava recando “di nascosto dalla sua famiglia” in un luogo che solo lei conosceva

b)           Il fatto che magari stesse guidando sotto effetto di medicinali anti-depressivi e/o stupefacenti

c)            Il fatto che magari a bordo auto avesse sostanze od oggetti vietati

d)           Il fatto che non avesse regolarmente pagato l’autostrada o fosse sprovvista di documenti

e)           Il fatto che il bambino potesse essere rimasto ferito o morto nel tamponamento, o viaggiasse senza cinture

 

Normalmente, in caso di incidenti e soprattutto in presenza di feriti e/o morti, la cosa più logica da fare è fermarsi, chiamare i soccorsi.

La donna invece, apparentemente in modo inspiegabile, fugge. E, qualche giorno dopo, viene ritrovata morta, a 1 km distanza circa da dove ha lasciato l’automobile. Del figlio, dopo 11 giorni di ricerche, ancora nessuna traccia.


A questo punto sul fatto che la donna avesse qualcosa da nascondere non vi sono dubbi.

Come detto, scappare con il figlio gravemente ferito o morto è del tutto illogico.

Solo ipotizzando un quadro psicologico alterato dell’individuo si può pensare a un comportamento così irrazionale. Un quadro che però stride con la freddezza con cui la donna avrebbe occultato il corpo del bambino.

Delle due l’una. O la donna era lucida e fredda, ed è scappata e ha ben occultato il corpo del bambino. Oppure era in preda al panico, e difficilmente una persona in quelle condizioni riesce a ragionare e a prendere decisioni oculate.

Anche il tragitto seguito dopo l’uscita dalla autostrada fa pensare a una certa irrazionalità. La donna infatti invece che seguire il percorso in discesa, verso il mare, è risalita per un pezzo per ridiscendere poi dal percorso parallelo, allungando un po’ la strada. Questo a qualcuno potrebbe far pensare che conoscesse il luogo, che non si stesse avventurando, ma in realtà non fa che evidenziare un certo stato confusionale.


Ma torniamo a quel “qualcosa da nascondere”, provando a restare nel quadro razionale”. Si scappa, se si ha una certa ragionevolezza di poter nascondere quello che si ha da nascondere. Ma abbandonare l’auto, con la targa, a lei di certo si sarebbe risaliti. Insomma, il soggetto scappa, ma deve per forza aver realizzato che difficilmente può nascondere quel segreto.

A meno che il segreto non sia proprio legato allo stesso figlio o insieme al figlio. Che infatti tutt’ora non si trovano.

 

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