Le parole di David Grossman fraintese da "Il Riformista"
"Voglio parlare come una persona che ha fatto tutto quello che poteva per non arrivare a chiamare Israele uno Stato genocida. E ora, con immenso dolore e con il cuore spezzato, devo constatare che sta accadendo di fronte ai miei occhi."
Questa frase pronunciata da David Grossman nell'intervista di Francesca Caferri pubblicata il 1 agosto ha fatto titolare La Repubblica così: “È genocidio mi si spezza il cuore ma adesso devo dirlo”.
Il senso delle parole pronunciate e il titolo, penserete voi, sono chiari!
Eppure sulle pagine de Il Riformista, il giorno dopo, viene messo tutto in discussione con l'articolo: "Il titolo contraffattorio di Repubblica che infila il “genocidio” in bocca a Grossman".
Iuri Maria Prado scrive: "È vero che, nel corso dell’intervista resa alla giornalista di Repubblica, il grande scrittore usa più volte quella parola, “genocidio”.
Ma mai per dire che c’è. Anzi, Grossman illustra le ragioni per cui a suo giudizio è inappropriato e pericoloso usare quella parola a proposito di Israele e della guerra di Gaza. Dice Grossman: “‘Genocidio. È una parola valanga: una volta che la pronunci, non fa che crescere, come una valanga appunto. E porta ancora più distruzione e più sofferenza”. Grossman, nell’intervista, spiega di aver sempre fatto di tutto affinché quella parola non fosse usata, e quando dice di avere il “cuore spezzato” non si riferisce affatto al genocidio che c’è, ma al fatto che se ne parli, al fatto che si adoperi ormai diffusamente quella parola, che lui giudica d’uso improprio e distruttivo".
Grossman prova dolore per i fatti, non per la parola in sé
Ora invece vi spiego in modo semplice perché a mio giudizio Il Riformista ha preso una grossa cantonata con il risultato di confondere le idee all'opinione pubblica.
Grossman afferma di aver fatto tutto quello che poteva per non arrivare a chiamare Israele uno Stato genocida e constata che sta accadendo di fronte ai suoi occhi.
È evidente che Grossman non si riferisce all'uso della parola in quanto tale, ma a ciò che essa implica.
Infatti non è dispiaciuto perché si sta usando il termine genocidio, è dispiaciuto, prova immenso dolore e gli si spezza il cuore perché constata che sta avvenendo un genocidio.
Se avesse voluto riferirsi al termine linguistico in sé non avrebbe usato locuzioni come "sta accadendo di fronte ai miei occhi" o "con immenso dolore mi si spezza il cuore" che sono infatti frasi che si utilizzano per riferirsi a fatti o avvenimenti accaduti, e non certo per alludere a parole scritte o pronuciate!
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