Putin e il tesoro di Priamo


 

C'è una solida base giuridica per poter utilizzare gli asset russi congelati in Europa?

È questa la domanda che si stanno ponendo le principali cancellerie dell'Unione europea. La stessa Presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni, se lo chiede.

Per individuare una possibile risposta può essere d'aiuto un precedente storico: il Tesoro di Priamo. Stiamo parlando di un ingente bottino di guerra di cui l'URSS si impadronì quando invase Berlino nel 1945, sul finire della seconda guerra mondiale.

Da dove viene il Tesoro
Come noto il tesoro, costituto da migliaia di gioielli d'oro, più di 8.700, fu rinvenuto dall'archeologo Heinrich Schliemann e da sua moglie Sofia Egkastrōmenou 
durante gli scavi sulla collina di Hissarlik, in Anatolia. Nella foto la moglie mentre indossa alcuni gioielli del tesoro.

Schliemann riuscì a esportare segretamente il tesoro in Grecia, ma una volta scoperto fu costretto a pagare un'ingente multa. L'archeologo tuttavia pagò una somma maggiore pur di divenirne il proprietario, quindi decise di donare il tesoro alla Germania, dove questo rimase fino alla seconda guerra mondiale.
Inizialmente i sovietici smentirono di essersi impadroniti furtivamente del tesoro nascosto da Hitler, fino a quando, nel 1993, l'allora ministro della cultura russo dichiarò che il tesoro si trovava a Mosca, al Museo Puskin, dal 1945.
Oggi sono ancora quattro le nazioni che rivendicano diritti su quel tesoro: la Turchia, dove fu rinvenuto (nonostante la vendita a Schliemann), la Grecia, perché erede della tradizione omerica, la Germania, a cui fu donato dall'archeologo, e la Russia, in quanto "bottino di guerra", dove si trova attualmente.

Torniamo dunque alla domanda iniziale

Può l'Unione europea "sequestrare" i capitali russi congelati adducendo la causale "bottino di guerra", così come l'URSS si è impadronita del Tesoro di Priamo? 

La risposta è affermativa se si pensa al ruolo attivo che l'Unione europea e la Nato hanno avuto nel conflitto russo-ucraino.

L'Unione europea ha sin dall'inizio sostenuto economicamente Kiev e si è schierata dalla parte ucraina.

Inoltre l'Ue ha preso di mira la Russia con sanzioni di natura economica (siamo arrivati al 19° pacchetto), pertanto il sequestro dei capitali russi congelati non sarebbe che il logico proseguimento di questa strategia.




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