Time-out e amaro in bocca



L’aspettativa di vita per gli uomini in Italia è di 80,6 anni (fonte rapporto Istat 2018 con stime riferite al 2017). L’Italia è tra i Paesi più longevi al mondo. Cesare Battisti è finito in carcere ieri a Oristano all’età di 64 anni compiuti (essendo nato il 18 dicembre 1954). Per la giustizia italiana deve scontare l’ergastolo, cioè deve rimanere in carcere per tutta la vita che gli resta.

In realtà statisticamente parlando ha una aspettativa di “carcerazione” pari a poco più di 16 anni. È stato latitante all’estero per 37 anni. Stare in galera 16 anni invece che 53 anni fa una bella differenza. Per questo ieri scendendo dall’aereo aveva quell’aria tutto sommato soddisfatta. Il suo obiettivo l’ha raggiunto: i migliori anni della sua vita li ha passati in libertà.

Quello che davvero sorprende è invece la parata di ministri, autorità e tv all’aeroporto. Tutti a vantarsi della cattura, senza rendersi conto della vittoria di Pirro. Persino il quotidiano Libero se n’è accorto.

Cesare Battisti (e questo vale per tutti i criminali) andava arrestato quando era “pericoloso” per gli altri, catturarlo adesso che è innocuo, è sì giusto e doveroso, ma suona un po’ come una beffa. 

Da parte della autorità sarebbero stati opportuni toni più dimessi e meno enfatico-propagandistici. Resta quindi l’amaro in bocca e l’incapacità di uno Stato a riconoscere la sostanziale sconfitta, o se preferite, di una vittoria “fuori tempo massimo”.


Anche i treni Trenord spesso arrivano in ritardo, all’altoparlante la società si scusa per il disagio e a, fine mese, può scattare l’indennizzo per i pendolari. Invece qui, nel caso in questione, nessuno a chiedere scusa…anzi.





 





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