Franco Metta

I giornalisti hanno il dovere di controllare e verificare le fonti delle proprie notizie . Se è il caso anche di ricontrollare .   Per questo motivo stamane ho contattato nuovamente l'ufficio stampa del MEF (Ministero dell'Economia e delle Finanze) per poter intervistare telefonicamente un responsabile dell'Osservatorio Partite Iva, in merito all' articolo/scoop pubblicato su Bimag.it . Qui sopra, come foto di apertura, trovate un commento di un lettore, apparso sulla mia pagina facebook, che evidentemente non crede ai dati pubblicati dal MEF né ha fiducia nel lavoro/compito svolto dai giornalisti. Occorre pertano chiedere al Ministero come l'Osservatorio elabora i dati sulle partite IVA. E anche sapere come mai né il MEF né l'Osservatorio partite IVA, ad oggi, non hanno ancora provveduto a smentire con una nota ufficiale, la notizia infondata diffusa da Federcontribuenti a fine 2019 e ripresa da numerosi giornali. @franco_metta franco.metta.gior

La notizia sta facendo il giro del web e sarebbe ancora meglio se facesse proprio il giro d'Italia strada per strada, civico per civico. Non è vero che in Italia si sono perse 3 milioni di partite IVA in tre anni! La notizia era stata diffusa a fine 2019 , con toni allarmistici ,  dall'Associazione Federcontribuenti e ripresa da vari giornali online. Da un'indagine esclusiva condotta da Franco Metta, giornalista e redattore di Bimag.it, è emersa invece la verità : le partite Iva cessate nel periodo sono di gran lunga inferiori.  Il giornalista ha riscontrato i dati con quelli pubblicati dall'Osservatorio Partite IVA, presenti sul sito del MEF. Da lì sono risultati dati nettamente inferiori. Ha poi chiesto le fonti all'Associazione ed è così emerso in modo chiaro il motivo dell'equivoco . Qui trovate il lancio della notizia e l'articolo pubblicato sul portale Bimag.it di Fiera Milano Media. La notizia apparsa nella home page di Bimag.it

Settimana scorsa sono state annunciate le candidature per i prossimi premi Oscar 2020. Il film che ha ricevuto più candidature è stato Joker di Todd Phillips con undici, seguito da C’era una volta… a Hollywood di Quentin Tarantino, The Irishman di Martin Scorsese e 1917 di Sam Mendes con dieci in totale. Grande assente il film Un giorno di pioggia a New York di Woody Allen. Le regole per ambire al premio Oscar dell'Academy of Motion Picture Arts and Sciences sono chiare e spietate.   Per essere candidato agli Oscar un film statunitense (Regola 1) deve essere stato distribuito nella Contea di Los Angeles durante il precedente anno solare, entro la mezzanotte del 1º di gennaio e la mezzanotte della fine del 31 dicembre, e deve essere stato emesso nei cinema per almeno sette giorni consecutivi. (Regole 2 e 3).   A causa del #MeToo e dei problemi legati a vecchie accuse di Dylan Farrow, Woody Allen si è ritrovato privo del contratto con il distributore statunitense

Spett.le Autorità Garante della concorrenza e del mercato (AGCM) protocollo.agcm@pec.agcm.it   Oggetto: segnalazione ipotesi dichiarazione falsa e ingannevole da parte di Amazon Recentemente sono entrato in contatto con il servizio clienti di Amazon, che mi ha risposto tramite email. Nella firma, in calce, compare la dicitura: “ Amazon.it, L’azienda più attenta al cliente del mondo”. La firma della email che ho ricevuto da Amazon In merito a questo ho pubblicato anche un articolo sul mio blog intitolato: Amazon, l'azienda più attenta al cliente del mondo. Sarà vero? Ritengo che tale affermazione costituisca una “pratica commerciale ” scorretta, dal momento che, non mi risulta alcuna classifica o graduatoria ufficiale, stilata de Enti autonomi, che stabilisca qual’è l’azienda più attenta al cliente del mondo. Come riportato sul Vs. sito per “pratica commerciale” si intende qualsiasi azione, omissione, co