Rave party, quello che la Meloni non ha capito sul libero arbitrio


 

Durante la conferenza stampa di venerdì sera (4 novembre), al temine del terzo Cdm, Giorgia Meloni è intervenuta a proposito del decreto legge contro i rave party provando a giustificare l'intervento normativo scaturito lunedì scorso (31 ottobre) al termine del secondo Cdm.

Secondo la Presidente del Consiglio (si veda video allegato) il decreto non limita la libertà di manifestare o dissentire, bensì vuole solo impedire che si svolgano feste illegali.

"Non è che non puoi fare il rave, certo che lo puoi fare, ha detto in conferenza stampa leggendo il messaggio di un cittadino comune, apri la partita IVA, affitti o compri  il luogo, assumi una società che ti fa la sicurezza, assumi il personale in regola, estintori, paghi la SIAE, l'IVA, l'IRPEF, la Tari eccetera, ti doti di cassa fiscale collegata con l'Agenzia delle Entrate, di autorizzazione alla vendita di bevande, fai la tua bella festa con le persone che può contenere l'area in base alle normative, un po' come facciamo tutti noi cretini. Ecco il tema, aggiunge, non è qui vietare che la gente si diverta come ho sentito dire, il tema è impedire che questo si faccia illegalmente".

Quindi a sentire la Meloni l'intervento normativo sarebbe dovuto a una questione di rispetto delle leggi economiche che regolano il nostro Paese, di lotta alla concorrenza commerciale sleale, di carattere fiscale per mancato pagamento di tasse come Iva, Irpef e via dicendo.

È davvero un peccato che Giorgia Meloni non sia andata a leggere la definizione di "rave party" sulla Treccani.

Un rave party non si può fare rispettando le leggi!

Si chiama così proprio perché è un raduno clandestino e di carattere trasgressivo. Se fosse tutto legale come sono le feste a cui pensa la presidente del Consiglio non si chiamerebbe rave party.

Allora, poiché il voler trasgredire o il voler fare qualcosa di clandestino rientrano nell'alveo delle manifestazioni libere (anche se illegali) come un qualsiasi raduno non autorizzato dalla Questura, è evidente che al Governo interessa colpire proprio questo genere di manifestazioni, e dunque il fatto che i rave party facciano concorrenza sleale alle altre attività economiche legali, è puramente una scusa, un alibi.

Chi vuole trasgredire, chi vuole essere clandestino, continuerà a farlo, non a caso nel corso della nuova trasmissione "Che c'è di nuovo" condotta da Ilaria d'Amico, andata in onda il 3 novembre, una partecipante al rave party di Modena ha detto:




"Lo rifaremo, lo rifaremo di nuovo, non ci faremo dire dallo Stato quando, come riunirci e in che modo divertirci. Non esiste."

Il libero arbitrio, cara Presidente del Consiglio Meloni, consiste proprio nel poter scegliere liberamente cosa fare, di legale o illegale. E il suo decreto, non fermerà gli irriducibili, ma getta solo ulteriore benzina sul fuoco.

Commenti

Post popolari in questo blog

Concerto "O Dolce Napoli" a Legnano, Coro Jubilate da brividi!

Legnano, chi ha paura della "corsia ciclabile"?

Lezioni all'aria aperta? Adesso si può al Parco Alto Milanese