Pre-allarme stoccaggi, Tabarelli: “obbligare subito gli operatori a riempirli”

 


Se non si interviene, secondo alcune stime potrebbero mancare all’appello già dall’estate una quota compresa tra i 10 e i 12 miliardi di metri cubi di gas, che vorrebbe dire razionamento durante l’inverno

 

La notizia che nessuno avrebbe voluto sentire, oltre a quella dell’invasione della Russia in Ucraina, è arrivata ieri: secondo Reuters sarebbe stata interrotta la fornitura del gasdotto Yamal, uno di quelli diretti in Europa. Immediata la reazione di Germania e Austria che hanno attivato la fase di pre-allerta, cosa già fatta tra l’altro dall’Italia dallo scorso 26 marzo.

Poco importa il fatto che il Cremlino abbia dilazionato i pagamenti delle sue materie prime in rubli. E pure probabilmente poco significativo il fatto che le bollette di luce e gas interrompano la loro crescita dopo 18 mesi con un -10,2 per il la luce e -10% per il gas.

Quello che conta davvero adesso lo ricorda oggi Davide Tabarelli sulle pagine del La Stampa: “i tentativi impacciati, ma coerenti ai comandamenti del dio mercato, di forzare il riempimento delle scorte, sono già falliti, ancora prima che cominci, il primo aprile, la stagione del loro riempimento. Nessuna impresa privata si prende il rischio di riempire gli stoccaggi con dei prezzi così alti, perché si esporrebbe al rischio di una loro svalutazione nei prossimi mesi dovessero crollare i prezzi”.

E poiché è assodato che non è possibile sostituire dall’oggi al domani il gas russo, che copre in totale il 38% di tutto l’import, secondo alcune stime di Nomisma Energia potrebbero mancare all’appello già dall’estate una quota compresa tra i 10 e i 12 miliardi di metri cubi di gas. Cifre che se confermate, porterebbero dritto al razionamento già dal prossimo inverno.

Per queste ragioni secondo Davide Tabarelli “occorre far saltare qui le regole di mercato e obbligare subito gli operatori a riempirle, dando a loro delle garanzie che, se si svaluteranno, la perdita sarà finanziata dagli Stati”.

 

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