Pendolare non ce la fa più e scrive al Comitato

 


Buona sera signor Metta,

sono (omissis), pendolare sulla linea Milano Cadorna-Varese nord..le scrivo per sapere se ci fosse un modo efficace per denunciare (ottenendo risultati) la tragica ed esasperante situazione dei treni sulla mia linea. Ogni sera, sottolineo ogni sera, il treno delle 18.22 da Cadorna verso Laveno ha un guasto o lungo il percorso o prima di partire, causando ritardi enormi, anche di ore. Cambi di treno lungo il percorso sono all'ordine del giorno e spesso il mio compagno si è visto costretto a venirmi a prendere nelle stazioni di tutta la provincia.

Non le sto dicendo nulla di nuovo, lo so, ma non sono più nelle condizioni di organizzarmi la vita dopo le 18 e non lo reputo più accettabile, a maggior ragione a fronte dell'aumento dei prezzi.

Vorrei poter fare qualcosa ma non so che opzioni abbiamo noi pendolari. Segnalo che sono disposta ad azioni collettive.

Potrebbe darmi qualche informazione?

Grazie del suo tempo

Lettera firmata

 

Quello che avete appena letto è il messaggio che ho ricevuto la sera del 12 settembre 2022. Ho risposto il giorno seguente.

Buongiorno, avrei intenzione di pubblicare la sua lettera sul mio blog, rispondendo alla sua domanda, che è poi quella che in molti si pongono e a cui non riescono a dare risposta. Potrei pubblicarla in forma anonima, oppure, se mi autorizza, riportando la firma quindi il suo nominativo. Poi invierei il tutto anche al quotidiano Il Giorno che la domenica pubblica una rubrica sui pendolari e spesso riprende le nostre segnalazioni.

La pendolare ha così risposto:

La ringrazio del velocissimo riscontro! Sarei molto lieta se riuscisse a pubblicare la mia lettera (le chiederei per il momento in forma ANONIMA) sui canali che ritiene opportuni.

Mi chiedevo se ci fosse un modo di raggiungere in un secondo momento anche una platea più ampia. Sto pensando al programma Report (o altre testate) coinvolgendo anche altri pendolari arrabbiati.

Sono arrivata a un punto in cui non mi è più possibile subire passivamente questo orrido trattamento.

 

Entriamo dunque nel merito della questione, con la risposta che poi rappresenta la posizione del Comitato Pendolari Milano-Varese da me cofondato nel 2003, 19 anni fa.

Ebbene, la risposta è Sì. Si può fare qualcosa e i pendolari lombardi hanno varie opzioni tra cui scegliere per incidere positivamente sulla qualità del servizio ferroviario.

La prima cosa da fare, se non lo ha già fatto, è segnalare (personalmente o anche attraverso un Comitato se esiste sulla sua linea) alla società ferroviaria che effettua il servizio (in questo caso Trenord) e tramite i canali messi a disposizione dalla società stessa (email e PEC) la specifica problematica, evidenziando il disservizio che riguarda il materiale rotabile utilizzato alle 18:22 da Cadorna. Alla missiva di segnalazione e/o reclamo dovrebbe seguire entro 30 giorni una risposta da parte della società che gestisce il servizio. Come Comitato Pendolari Milano-Varese abbiamo sempre suggerito inoltre di inviare segnalazioni e reclami, per conoscenza, al Comitato stesso e anche agli uffici della Direzione Infrastrutture e Mobilità di Regione Lombardia, che è l’Ente istituzionale che per legge regola e controlla il Servizio Ferroviario Regionale, attraverso il cosiddetto “Contratto di Servizio”. Regione Lombardia, come saprà, è inoltre proprietaria di Ferrovie Nord Milano, società che fa parte al 50% di Trenord.

Se il disservizio oggetto del reclamo è però generico, ovvero non riguarda soltanto un caso specifico, la segnalazione e il reclamo possono sempre essere fatti ma, essendo generici, difficilmente si otterrà una risposta circostanziata.

Si arriva quindi alle conclusioni che ho delineato con l’intervento “I comitati non bastano! È ora che i pendolari lombardi trovino casa in una associazione”, pubblicato in data 16 novembre 2019.

I continui ritardi, i disservizi del trasporto ferroviario, possono creare un forte disagio nei pendolari, e la Sua lettera ne è infondo la riprova. Si può arrivare a una specie di sindrome di burn-out, qualcosa di più serio di un esaurimento nervoso. Per questo tipo di malattia, servono a poco le chiacchiere e occorre agire, se è il caso, con i mezzi che la Costituzione Italiana offre. Costituire se si è più di una persona una associazione che tuteli le vittime (o aderire a una già costituita), acquisire elementi e prove, raccogliere testimoni. Fare istanza di mediazione legale e poi richiesta di risarcimento danni attraverso vie legali.

A livello collettivo si può poi chiedere di partecipare agli incontri  che vengono organizzati per informare e/o ascoltare pendolari e i vari gruppi di Comitati presenti in Lombardia. Si tratta di incontri però divenuti sempre più sporadici, soprattutto dopo la pandemia, ma quella resta una delle poche occasioni di confronto con Regione e Trenord sulle varie questioni come gli orari, il bonus per i ritardi e via dicendo.

A livello individuale poi, si può agire anche sulla cosiddetta leva politica. Se chi amministra e gestisce attualmente il Servizio Ferroviario Regionale non è in grado di garantire un servizio adeguato alle necessità dei cittadini, allora a mio parere non merita di continuare a farlo, e occorre ricordarsene quando si è chiamati ad esprimere il proprio voto.

Certo di averLe fornito sufficienti informazioni riguardo al quesito la saluto cordialmente

 

Franco Metta

Per il Comitato Pendolari Milano-Varese

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