I comitati non bastano! È ora che i pendolari lombardi trovino casa in una associazione
Sono passati quasi 16 anni da quando insieme a Felice Zadra e Carlo Chimenti fondai il Comitato Pendolari Milano-Varese. Era il 27 dicembre 2003. Tante proposte sono state portate avanti, sì perché il Comitato era nato ed è sempre rimasto fedele al suo scopo: essere il Comitato delle proposte e non delle proteste.
Ovviamente quando c'è stato bisogno abbiamo fatto anche una manifestazione di protesta sotto l'assessorato ai trasporti della Regione Lombardia, in via Pola a Milano. I nostri interventi sono sempre stati critici, ma una critica sempre in ottica positiva e costruttiva. E noi positivi vogliamo rimanere.
Per questo non ci siamo mai sognati di indire scioperi del biglietto o di fomentare gli animi di persone già di per sé troppo esasperate. Persone poi che, tra l'altro, non hanno nemmeno tempo, voglia e la forza per difendere i loro diritti di pendolari.
E che quindi finiscono inesorabilmente per subire inermi tutto ciò che la realtà gli presenta ogni giorno.
A quanti in questi giorni di autunno 2019 dicono basta, facciamola finita con Trenord (e non sempre viene scritto letteralmente così), non se ne può più, a quanti non credono alle parole che giungono dall'Assessore ai Trasporti, che punta il dito contro lo Stato centrale, quando ormai è da tempo che la competenza ai trasporti regionali è stata demandata all'ente locale, a quanti non hanno ancora digerito la scomparsa del titolo di viaggio "solo treno" e del "bonus ferroviario", io Franco Metta, giornalista e pendolare ho questo consiglio da dare.
Cari amici pendolari lombardi, troviamo casa in una associazione che sappia tutelare sotto ogni profilo, i nostri diritti. Un'associazione specializzata. Associamoci tutti perché solo così aquisiremo i mezzi e gli strumenti per difenderci nelle sedi opportune, come la Costituzione Italiana prevede.
I Comitati potranno e dovranno rimanere laboratorio di idee, luogo di dibattito e confronto, fucina di proposte. Ma i pendolari devono poter contare su una sovrastruttura che li tuteli davvero e che sia interlocutore privilegiato con le Istituzioni e le Società di trasporto.
Qualcosa, insomma, a cui aggrapparsi nei momenti di difficoltà, parola che sono certo noi tutti ben conosciamo.
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