Cos'è il razzismo al giorno d'oggi?


L'angelo che, per amore, volle farsi uomo

A volte mi chiedo cosa sia il razzismo al giorno d'oggi - scrive stamattina Walter in un post su Italia Segnala - e ho trovato interessante questo commento in risposta su una pagina di un altro amico (anche lui è un giornalista, anche se di un settore differente).

"In realtà la questione è un poco più complessa, perché il termine razzismo oggi non ha più senso, dato che la scienza ha ampiamente dimostrato che non esistono "razze" umane differenti ma solo etnie. Se parlassimo di etnismo, esso appartiene a tutti i popoli. Se invece parliamo dell'atteggiamento del singolo nei confronti del "diverso", come credo facesse Valeria, esso mischia ignoranza, frustrazione e pregiudizio, ma di nuovo il pregiudizio nasce anche da realtà storiche, anche se chi lo usa spesso è troppo ignorante per esserne cosciente. Tutto questo per dire che anche additare troppo facilmente gli altri di razzismo ricade nell'atteggiamento che si va criticando, e non sempre si può semplificare tutto nella banalità della propria morale, perché anche i pregiudizi possono essere sconfitti dai fatti, mentre è la mancata integrazione ad alimentare tensioni e conflitti."


Il cielo sopra Berlino

Per superare l’empasse linguistica sul termine razzismo occorre spostarsi oltre i confini nazionali. Nel mondo anglosassone gli haters (letteralmente coloro che odiano) sono quelli che, nascosti dietro falsi nomi, avvelenano le discussioni sul web con commenti improntati a un odio violento e immotivato. Questo aiuta a focalizzarsi sul vero nocciolo della questione, che sta alla base anche di razzismo, omofobia e xenofobia: perché ci sono persone che odiano? Come nasce l’odio?

Forse perché si prova “invidia” verso quelli che stanno meglio di noi; oppure perché si prova “paura” e “diffidenza” verso chi è diverso da noi; forse perché pensiamo che “egoismo” e “individualismo” siano la ricetta giusta per superare disagi soggettivi.

In realtà, a livello personale, c’è solo una ricetta che permette di superare l’odio, ed è il suo esatto contrario: l’amore.


Tutto questo ragionamento per spiegare che non può essere solo esclusivo compito dell'azione politica adoperarsi per "ridurre le distanze socio-economiche", per favorire l'integrazione, per superare i pregiudizi e l'ignoranza. La politica, da sola, non ce la fa!

Ciascuno di noi deve fare la sua parte. Ricordandonci, per esempio, che le religioni non hanno l'esclusiva o il copyright sul termine amore. Sentiamoci liberi di amare la vita e i nostri simili e di rispettare la natura.

Sono convinto che farà stare bene gli individui, contagerà la società e la classe politica. E l'odio? Quello si sa, rode solo il fegato.


@franco_metta




Condividi Walter la mia riflessione con il tuo amico giornalista, invitandolo anche ad unirsi al nostro gruppo di Italia Segnala.

Immagine tratta dal film "Il cielo sopra Berlino".

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