Gianfranco: «Non potrò mai dimenticare il Monte Bianco che ci ha fatti incontrare»


Maria e Gianfranco insieme (agosto 1996)



Il mese scorso ho raccontato, brevemente, la storia di Maria, la ragazza del Monte Bianco, che ho conosciuto durante un'escursione in montagna. A seguito di quell'incontro e del mio interesse, Gianfranco, marito di Maria, ha scritto una lettera  per raccontare la storia, con dovizia di particolari e dettagli e con le foto originali dell'epoca. La foto con Maria, da sola, è stata scattata proprio quel 17 agosto 1995, l'altra con la coppia l'anno successivo.
Ecco dunque il racconto completo e in prima persona. Buona lettura.


@franco_metta



Ciao, mi chiamo Gianfranco e sono di Vignolo in provincia di Cuneo e voglio raccontarvi una bella storia. Quella della mia famiglia.

Correva l’anno 1995 e decido di salire il Monte Bianco dal versante italiano, passando dal rifugio Gonella, un mio amico sentendo la mia idea si vuole aggregare, lo avviso delle insidie dell’alta quota, ma lui essendo una sportivo mi assicura che non ci saranno problemi. Io ci sono già salito due volte sul Bianco, ma sempre dal versante francese. Sono un appassionato di montagna.

Decidiamo il giorno e partiamo, Cuneo, Torino, Aosta, la Val Veny e si sale. Arriviamo nel pomeriggio al Rif. Gonella, c’è un sacco di gente nonostante che questa parte sia la più lunga, circa  dieci ore di salita. Si mangia facendo i turni, noto tra tutta questa gente una ragazza, con una testa riccia così riccia che sembrava L. Battisti.

La sveglia suona presto, si calzano i ramponi e si parte, una colonna di luci frontali che salgono in fila indiana, l’aria è frizzante, alla cresta di Bionassay facciamo una pausa, si marcia legati e mi accorgo che la corda tra me e il mio compagno è sempre in tiro. Giunto alla capanna Vallot decido di fermarlo. A quest’ultimo avamposto si ferma tanta gente (gli scoppiati: gente che pensa di farcela ma la quota li frega). Non lo lascio solo è insieme a tante altre persone, mi slego e vado, sono molto allenato salgo abbastanza velocemente sorpassando diverse cordate, un’ora e mezza circa della capanna Vallot e sono in cima, il cielo è limpido, il panorama splendido, temperatura -25. Scatto un po’ di foto, sono felicissimo.
Maria sul Monte Bianco (17 agosto 1995)
Mi si avvicina una ragazza chiedendomi di farle una foto, non la riconosco perché siamo incappucciati per il freddo scoprirò dopo che era la ragazza dei capelli ricci, acconsento, mi fa un’altra richiesta, se può scendere con me fino alla Vallot, dico di si, lei mi chiede “dove hai la corda?” Rispondo che l’ho lasciata al mio amico anche lui alla Vallot, le dico di starmi dietro e molto vicino e scendiamo. La discesa è veloce arriviamo alla capanna, lì lei ha i suoi cinque compagni che come il mio sono scoppiati e si sono fermati, lei si è aggregata ad un’altra cordata ed è salita, quando da solo l’ho superata la sua curiosità era di conoscere quel tipo che saliva da solo così spedito.


Ci scambiammo i numeri di telefono con la promessa che se fossero venuti dalle mie parti li avrei portati sul Monviso, ed a lei che le avrei spedito la foto di vetta. Lei e i suoi amici erano di Verona e sarebbero scesi al Rif. Gouter, mentre io e il mio amico ritorniamo al Rif. Gonella.

Dopo circa un mese squilla il telefono a casa, è lei, ed a dire i vero ho fatto fatica a ricordarmi chi era. La foto era pronta e le ho detto che gliel’avrei spedita, ma lei mi corregge subito: “Vengo a prenderla, arrivo domani, sabato”, dopo un attimo di stupore mi riprendo e dico “ok”.

Viene su e la porto in un bel rifugio (Livio Bianco) con un bellissimo lago, dopo la cena usciamo fuori e una miriade di stelle si rispecchia sull’acqua del lago. Tutto il resto viene da sé. Dopo circa un anno di Cuneo-Verona lei si è trasferita a Vignolo ed ora sono ventitré anni che stiamo insieme, abitiamo in una bellissima casa di legno, e abbiamo due figli (Anna di 15 anni e Jacopo di 13). La montagna che adoro mi ha fatto trovare una compagna di vita splendida, un regalo bellissimo, e non potrò mai dimenticare il Monte Bianco che ci ha fatti incontrare.

Questa è la storia bellissima della mia famiglia, e quando la raccontiamo le persone fan fatica a crederci, ma è così grazie alla montagna.

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