Matteo Salvini prega in pubblico, uso strumentale della fede
Matteo Salvini nel
comizio di Milano di domenica scorsa, tenuto in vista delle elezioni europee, ha
pronunciato le seguenti parole, mostrando nella mano destra un rosario:
«Ci affidiamo ai sei patroni
di questa Europa, (omissis) … e affidiamo a loro il destino, il futuro, la pace
e la prosperità dei nostri popoli e io personalmente affido l’Italia, la mia e
la vostra vita al cuore immacolato di Maria che son sicuro ci porterà alla vittoria.»
Siamo di fronte a una
preghiera pubblica.
Matteo Salvini è segretario della Lega, nonché Vice Presidente
del Consiglio dei ministri e Ministro degli Interni della Repubblica
Italiana, uno Stato laico (articoli 7 e 8 della Costituzione). Non ricopre alcun incarico a livello religioso e, in
particolare, all’interno delle istituzioni
ecclesiastiche cattoliche presenti in Italia.
Wikipedia alla
voce Preghiera spiega che esistono due forme di preghiere: pubblica e privata. Sulla forma pubblica riporta:
Nel Cristianesimo la forma classica e più antica di
preghiera pubblica sono le ore canoniche, cioè momenti fissi durante la giornata
in cui vengono recitati (o cantati) dei salmi più altre preghiere,
dalla Bibbia o
composte dalle Chiese, oltre a inni e intercessioni. Di origine antichissima
(la struttura è stata ereditata dalla preghiera ebraica sinagogale e del Tempio di Gerusalemme), le ore canoniche
ebbero particolare rilievo nelle comunità monastiche come ufficio corale.
Appare dunque evidente, alla luce di quanto esposto, che
siamo di fronte a un caso di uso strumentale
della fede religiosa per uno scopo particolare, ovvero conseguire maggiore consenso
politico alle prossime elezioni.
Matteo Salvini, della cui fede religiosa non intendo minimamente
dubitare, non si sta infatti rivolgendo a Maria e agli altri Santi per motivi
spirituali né personali.
A lui interessa “oggettivamente” vincere le elezioni. E se non dovesse vincere, probabilmente, darà la colpa a Maria e ai Santi, piuttosto che alle sue scelte e al suo orientamento politico.
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