Mediazione civile, il credito d’imposta è uno specchietto per le allodole
Ho preso contatto telefonico e fissato un appuntamento per
settimana prossima con l’Avv. Mara
Scarsi.
Il motivo? Non condivido le conclusioni di un articolo
pubblicato sul sito dello Studio Cataldi dal titolo I vantaggi fiscali della mediazione e firmato appunto dall’avvocato.
L’avvocato nelle conclusioni afferma «che i
vantaggi fiscali nella mediazione sono concreti» e che «non rimangono solamente "previsioni di legge" ma sono
attuabili ed utilizzabili dai soggetti che fanno ricorso a questo tipo di
procedura alternativa al giudizio».
Ritengo che queste affermazioni, alla luce delle
informazioni da me acquisite, costituiscano un clamoroso falso.
L’avvocato è perfettamente a conoscenza che «In relazione ai
procedimenti di mediazione ai sensi del decreto legislativo 4 marzo 2010, n. 28, non è ancora stato
adottato il decreto ministeriale previsto dall'art. 20, comma 2, del
medesimo decreto».
L'articolo
20 del D.Lgs.vo 28/10, prevede, al secondo comma, che entro il 30 aprile di
ogni anno (a decorrere dal 2011) con decreto del Ministero della Giustizia, sia
determinato l'ammontare delle risorse a valere sulla quota del Fondo Unico di
Giustizia, destinato alla copertura delle minori entrate derivanti dal credito
d'imposta di cui al comma 1 e relativo alle mediazioni concluse nell'anno
precedente.
Il Ministero della Giustizia, come già detto, non
ha mai adottato, in tutti questi anni dall’approvazione della legge, nessun decreto, e di questo l’avvocato
ne è perfettamente a conoscenza. La notizia mi è stata inoltre confermata dal call center
del Ministero di Giustizia da me contattato via email e dall’Organismo di mediazione di
Busto Arsizio telefonicamente. Un funzionario del Ministero, mi ha inoltre riferito che non hanno
mai "messo il naso" nella piattaforma dove gli Organismi di mediazione registrano le fatture delle
mediazioni.
In
conclusione, quale lezione trarre da tutto ciò?
Occorre assolutamente diffidare
da quanti vi vogliono convincere a proseguire una mediazione civile
(salvo la prima riunione obbligatoria per legge dal costo di 40 euro + Iva) sostenendo
che vi è un beneficio fiscale a
fronte delle spese che andrete a sostenere per la mediazione stessa.
Voi pagherete il vostro avvocato per la mediazione,
pagherete il mediatore (che sia chiaro è un altro avvocato) ma non avrete mai e poi mai il credito d’imposta,
promesso e ventilato da una Legge della
Repubblica Italiana, rimasta inapplicata. Allo stato attuale il credito d'imposta per le mediazioni civili non è mai stato effettivamente e concretamente corrisposto ad
alcun contribuente!
È dunque solo uno specchietto per le allodole. All’appuntamento
con l’avvocato Mara Scarsi mi
confronterò su questi temi e salvo un "clamoroso" quanto "improbabile" colpo di scena che mi
dovesse permettere concretamente di far valere il credito d’imposta in sede di
dichiarazione dei redditi, chiederò una rettifica del suo articolo.
Sig. Metta, invece dell'esenzione dall'imposta di registro, da me sperimentata personalmente tante volte, ha mai sentito parlare? Altro che 250 o 500 euro di credito di imposta, si parla di vantaggi molto più importanti. E molto utilizzati. Ma perché ce l'ha tanto con la mediazione?
RispondiEliminaBuongiorno, non ce l'ho affatto con la mediazione. Quando il legislatore negli anni 2009/10 discuteva di introdurre la mediazione civile obbligatoria per alcune materie prima di procedere con una vera e propria causa, fu fatto presente che si trattava di una "duplicazione" di costi a carico dei cittadini (doppio onorario avvocato, onorario mediatore, spese registro). Tutti costi nemmeno recuperabili in sede di eventuale giudizio. Allora fu trovato un compromesso. Furono scontate le spese di registro e fu previsto in linea teorica il credito d'imposta (fino a concorrenza di 500 euro per esiti positivi, fino alla metà per esiti negativi). Tuttavia questa seconda agevolazione non si è mai concretizzata realmente in tutti questi anni, come ho dimostrato con la mia indagine giornalistica. Il credito d'imposta è uno specchietto per le allodole e finora è stato "strumentalizzato". Chi ricorre alle mediazioni ha diritto di sapere la verità, non di essere "abbindolato". Sull'entita del risparmio dovuto all'imposta di registro non ho indagato, ma in linea di massima la mediazione costituisce un vero "risparmio" solo quando va a buon fine, altrmienti non fa che lievitare i costi del contezioso.
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