I cinghiali non volano, altra grana per le autostrade

 


Il sindaco di Borgosesia, Paolo Tiramani ha inviato una interrogazione scritta al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, per sapere come intenda aumentare la sicurezza della A26, l’Autostrada dei Trafori, dove è accaduto l’incidente che alle 3,30 della notte tra il 30 settembre e il I ottobre ha stroncato la vita di Matteo Ravetto e a Simonluca Agazzone, l'altro calciatore che viaggiava con lui.


L’interrogazione, rivolta al ministro Paola De Micheli, parte dalla premessa che l’incidente avvenuto nel territorio di Carpignano Sesia secondo la ricostruzione degli agenti della Polstrada di Romagnano Sesia è da attribuire all’urto dell’autovettura contro alcuni cinghiali presenti in carreggiata. “Non è il primo episodio di animali selvatici presenti sull’Autostrada dei Trafori (A26) e in particolare nel tratto citato – scrive il deputato – che mettono a repentaglio l’incolumità degli automobilisti, cagionandone addirittura la morte, come nel caso esposto in premessa». 

Come sappiamo le autostrade, a differenza delle strade normali, sono delimitate da reti divisorie, la cui funzione è proprio quella di impedire il passaggio e l’attraversamento di animali, selvatici o di allevamento.

Se effettivamente dei cinghiali sono riusciti a raggiungere la carreggiata autostradale può significare solo due cose: che hanno trovato un passaggio libero o che sono riusciti comunque a farsi strada.

Delle due l’una dunque: o non vi è stata sufficiente manutenzione alle reti divisorie in quel tratto di autostrada oppure la protezione offerta dalle reti si è dimostrata inadeguata.

Appare dunque evidente che oltre a ponti e gallerie le società che gestiscono le autostrade devono ora guardare con molta attenzione anche a un altro elemento critico che impatta sulla sicurezza degli utenti.

Un'ulteriore soluzione al problema può essere infine quella offerta dai "wildlife bridges" come spiegato in questo articolo e già utilizzati in Canada, Australia e Paesi Bassi.

 

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