La falsa satira di Filippo Facci su Vincenzo De Luca


Se io fossi Vincenzo De Luca, presidente della Regione Campania, ed esponente del Pd, querelerei il giornalista Filippo Facci.

Oggi con l’articolo di apertura di Libero, all’interno del quale sono esposti i dati dell’aumento dei contagi in quella regione, il collega ne ha approfittato per prendere letteralmente in giro Vincenzo De Luca, definendolo vicerè borbone, sceriffo con pistola, con bazooka e con la stella (non nella stessa frase), salvo poi affermare (sì sempre nello stesso articolo!) che Vincenzo De Luca ha già imposto giustamente nuove restrizioni.

Le definizioni fantasiose adottate dal giornalista, a mio avviso, non hanno niente a che vedere con il diritto di cronaca, e anche di opinione, ma puntano semplicemente a denigrare, farsi beffa, a mezzo stampa, del presidente della Regione Campania.

E questa attività non può a mio avviso sdoganarsi nemmeno come “satirica”, e quindi lecita, perché:

a) i termini utilizzati non corrispondono al vero e sono chiaramente usati a scopo denigratorio;

b) la finalità dell’articolo (esporre i dati dell’aumento dei contagi in Campania) e quindi il relativo contesto non può essere inoltre considerato uno spazio “satirico”.

La satira è in vero un’attività intellettuale ben più raffinata e articolata, che non ha bisogno di ricorrere a definizioni improprie o inesatte per raggiungere il proprio obiettivo.

Quindi il collega aveva, e ha, sì tutto il diritto di scrivere un pezzo satirico sul Presidente della Regione Campania, ma senza utilizzare una terminologia e definizioni inappropriate, non corrispondenti al vero.

Di una satira fatta in tal modo, sarebbero capaci tutti.

 

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