Festa dei Lavoratori, chiave per una comunità felice


 

Il sesso è certamente la chiave che apre la porta del piacere, ma l'amore apre la porta della felicità. C'è una bella differenza.

In sostanza il piacere quanto può durare? Un'ora, due ore, una notte? La felicità può durare giorni, settimane, mesi o anni interi. E nell'economia della vita di una persona, diciamo abbastanza lunga, contano di più i periodi di felicità piuttosto che quelli di piacere.

Non si può certo dire di aver vissuto una vita felice solo perché si è fumato sigarette o perché si è bevuto alcolici o perché si è fatto sesso. Certamente siamo nell’ambito soggettivo per questo personalmente ritengo che ci voglia anche altro e quell'altro passi attraverso la conoscenza e le esperienze che facciamo.

A questo scopo contribuiscono e aiutano la cultura (libri, arte, cinema, musica, viaggi), le amicizie meglio se disinteressate e la comunità in cui viviamo, se si è disponibili a condividere, cooperare e aiutarsi reciprocamente.

Per ottenere tutto questo serve il Lavoro, giustamente retribuito, che consenta alle persone di realizzarsi non solo a livello individuale ma anche collettivo. Non è dunque un caso se l'art. 1 della Costituzione dica per prima cosa che "L'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro".

Oggi 1° Maggio è certamente la Festa dei Lavoratori, di chi un lavoro ce l'ha, di chi è alla ricerca, di chi ha lavorato e ora è in pensione e anche di chi non è in grado fisicamente di lavorare, perché infondo è la Festa che sancisce un diritto che non troveremo scritto esplicitamente da nessuna parte: la possibilità concreta di poter vivere felicemente e continuare a sognare.

E tutto questo - osservo - rimane compatibile con il “carpe diem”, caro a Lorenzo de’ Medici: “Chi vuol esser lieto sia, di doman non c’è certezza”.

 

 

Fonte foto:

https://pixabay.com/it/photos/tramonto-uomini-sagome-aiutare-1807524/

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