Legnano, terra di mezzo
L’Agenzia
regionale per il trasporto locale (Tpl) ha intenzione di sopprimere a partire
dal 1° gennaio 2020 il diretto Legnano-Milano Cadorna, spostando il capolinea
alla periferica stazione metropolitana di Molino Dorino. C’è tempo fino al 14
ottobre per esprimere un “dissenso giustificato“. Così è riportato dall’articolo
del Giorno a firma del collega Ivan Albarelli.
Ed ecco allora che esprimo civilmente il mio dissenso. È dal 2004, da quando ho fondato il Comitato Pendolari Milano-Varese, insieme al compianto Felice Zadra e a Carlo Chimenti, che mi batto per il potenziamento della linea Milano-Varese. Fino a oggi tante chiacchiere e nessun distintivo.
Nel frattempo Legnano è diventata la terra di mezzo. La piccola Manchester, così chiamata perché tra la fine dell’800 e metà del ‘900 era un territorio letteralmente stuprato di fabbriche, poi dagli anni ’50 del secolo scorso, è diventata il bengodi dei palazzinari, trasformandosi in un gigantesco dormitorio periferico, giusto a metà strada tra Varese e Milano. Da Varese riceviamo acqua inquinata e nauseante, nota ai più con il nome di Olona; a Milano molti cittadini vanno a lavorare, sacrificando ore, giorni, vite intere con il cosiddetto pendolarismo. A Milano siamo grati ma da Milano ci aspettiamo altrettanta gratitudine e rispetto.
Da qualche anno Milano ha intrapreso una politica che mira a decongestionare la città, a ridurre traffico e inquinamento. Ha investito ingenti risorse nei mezzi pubblici. Giusto. Anche le città dell’hinterland e della città metropolitana dovrebbero seguire lo stesso esempio.
Ed ecco allora che esprimo civilmente il mio dissenso. È dal 2004, da quando ho fondato il Comitato Pendolari Milano-Varese, insieme al compianto Felice Zadra e a Carlo Chimenti, che mi batto per il potenziamento della linea Milano-Varese. Fino a oggi tante chiacchiere e nessun distintivo.
Nel frattempo Legnano è diventata la terra di mezzo. La piccola Manchester, così chiamata perché tra la fine dell’800 e metà del ‘900 era un territorio letteralmente stuprato di fabbriche, poi dagli anni ’50 del secolo scorso, è diventata il bengodi dei palazzinari, trasformandosi in un gigantesco dormitorio periferico, giusto a metà strada tra Varese e Milano. Da Varese riceviamo acqua inquinata e nauseante, nota ai più con il nome di Olona; a Milano molti cittadini vanno a lavorare, sacrificando ore, giorni, vite intere con il cosiddetto pendolarismo. A Milano siamo grati ma da Milano ci aspettiamo altrettanta gratitudine e rispetto.
Da qualche anno Milano ha intrapreso una politica che mira a decongestionare la città, a ridurre traffico e inquinamento. Ha investito ingenti risorse nei mezzi pubblici. Giusto. Anche le città dell’hinterland e della città metropolitana dovrebbero seguire lo stesso esempio.
Invece a
livello locale non viene fatto niente. A Legnano si creano ingorghi e code
nelle ore di punta proprio come a Milano, ma lì hanno una densità della
popolazione più che doppia della nostra. La qualità della vita a Legnano è in caduta libera.
Quindi in conclusione, e per farla breve, il combinato disposto dovuto al mancato potenziamento della linea ferroviaria e alla ventilata soppressione della linea di pullman Legnano-Milano Cadorna, non potrebbe che aggravare ulteriormente una situazione già precaria di suo.
Quindi in conclusione, e per farla breve, il combinato disposto dovuto al mancato potenziamento della linea ferroviaria e alla ventilata soppressione della linea di pullman Legnano-Milano Cadorna, non potrebbe che aggravare ulteriormente una situazione già precaria di suo.
Invito quindi
i cittadini interessati a rivolgersi all’amministrazione comunale e agli enti
preposti per scongiurare questa evenienza.
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