Pendolari, le tre discriminazioni sociali di Regione Lombardia



Che non ho per nulla gradito l’operato del governo lombardo in tema di trasporti nell’ultimo periodo ve l’ho già detto.

A entrare più nel merito della questione, dal 15 luglio al 1 ottobre di quest’anno sono scaturite, ad opera della Regione Lombardia, tre vere e proprie discriminazioni sociali, che devono a mio avviso indignare non solo i pendolari ma l’intera comunità lombarda.

Prima discriminazione sociale
Dal 15 luglio ci sono pendolari ferroviari che mantengono il diritto al bonus (il risarcimento in caso di disservizi), faticosamente ottenuto negli anni 2000 su applicazione della legge Bassanini. Altri invece lo hanno perso di colpo. In particolare gli utenti di quelle località che sono state inglobate nell’area di bacino Milano e Monza-Brianza.

Seconda discriminazione sociale
Regione Lombardia ha chiesto a Trenord di mitigare l’aumento degli abbonamenti per gli utenti monomodali. Il risultato è che sono stati mitigati solo gli aumenti per i pendolari monomodali storici, cioè solo quelli che possono dimostrare di aver fatto un abbonamento mensile per tre mesi consecutivi nel periodo ottobre 2018-settembre 2019. Per i nuovi utenti o quelli discontinui (e si sa che oggigiorno il lavoro va e viene), nessun rimborso.

Terza discriminazione sociale
Gli aumenti dei prezzi degli abbonamenti per l’introduzione dell’area integrata non sono stati effettuati in modo proporzionale e/o lineare, ma con una logica, un criterio, che non è dato sapere.
Ciò ha di fatto portato a distinzioni anche notevoli, generando appunto un’ulteriore discriminazione. 
Un esempio? L’abbonamento mensile solo treno da Parabiago a Milano è passato da 59 euro a 77 euro, con un incremento del 30,51%. Adesso include la metropolitana milanese.
L’abbonamento mensile solo treno da Legnano a Rho Fiera è passato da 46,5 euro a 70 euro, con un incremento del 50,54% e non include neppure la metropolitana milanese. 

Conto così ben tre discriminazioni.
Ironia della sorte, o se preferite gioco del destino, l’assessore ai Trasporti della Regione Lombardia, di cui il Comitato Pendolari Milano-Varese conferma la richiesta di dimissioni immediate, si chiama proprio Terzi, Claudia Terzi.

Concedetemi anche una battuta sarcastica: qualcuno per caso ha fatto un’assicurazione contro i danni provocati da terzi? 

Che fare ora?
Non so se i pendolari (soprattutto quella esigua minoranza di monomodali) avranno la forza di andare a protestare pacificamente sotto il Palazzo della Regione. Me lo auspico e ne sarei felice.
Non so nemmeno se le forze politiche di opposizione saranno in grado di convincere il governo lombardo a correggere il tiro, annullando qualcuna di queste discriminazioni. 
Al momento quindi, prendo atto della situazione creata e dissento nel modo più assoluto. 

Franco Metta per il Comitato Pendolari Milano-Varese


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