I film cult vengono… giocando a scacchi
Ieri sera ho avuto un’illuminazione. Stavo sfogliando la
settimana enigmistica. Alla penultima pagina mi sono messo alla prova con il problema di scacchi: “Il bianco matta in due mosse”.
Mentre pensavo alla possibile soluzione mi è
tornato in mente il significato di Scacco Matto (Shāh Māt, in arabo), ovvero il
re è morto e ho quindi pensato per un attimo alla morte. E qui si è accesa letteralmente la
lampadina, perché ho collegato tra di loro
due film che hanno fatto la storia del Cinema.
Proprio domenica scorsa avevo infatti rivisto e analizzato Blade Runner, cult movie noir di fantascienza che, a suo modo, affronta
il tema della morte. (si veda estratto della sceneggiatura qui a fianco). Nel film J.F. Sebastian e Eldon Tyrell giocano a scacchi, ed è proprio con la
scusa di fare la mossa vincente che Roy Batty (il replicante) si introduce nell’abitazione
del suo creatore, per poi ucciderlo dopo aver capito che alla (sua) morte non c’è
rimedio.
E ho quindi collegato il film di Ridley Scott a Il Settimo sigillo, capolavoro in
bianco e nero di Ingmar Bergman, che
ritrae proprio la Morte mentre gioca a
scacchi con il cavaliere, interpretato da Max Von Sydow. Il film svedese del
1957 è completamente incentrato sul rapporto tra l'uomo e l'onnipotente, di
fronte alla caducità della vita.
In Blade Runner abbiamo un essere vivente, il replicante, che uccide il suo creatore, perché non vuole morire. Ne Il Settimo Sigillo abbiamo un uomo, il cavaliere, che prova a prendere tempo e a ingannare la Morte, giocando a scacchi, pur di rimandare il più possibile l'ineluttabile.
E qui mi fermo, perché il sol pensiero di un essere vivente che uccide il suo creatore, porta a interrogarmi sulla dottrina di un grande pensatore dell'800, Friedrich Nietzsche: che, con il suo "Dio è Morto", invece che rappresentare ermeticamente la realtà della decadenza del mondo occidentale, abbia voluto anch'egli prendersi gioco della Morte?
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