Legnano, la surroga d’ufficio sarebbe un sopruso alla democrazia
Immaginiamo, per ipotesi, che venga a mancare, per qualsiasi
ragione, un parlamentare. Al suo posto dovrebbe subentrare il primo dei non
eletti. Prima però che questo subentro abbia effetto, sempre per ipotesi, il Presidente della Repubblica
decide di sciogliere le Camere per ragioni politiche (crisi di governo,
ingovernabilità, ecc. ecc.).
È evidente che a questo punto il diritto a subentrare del primo
dei non eletti viene meno, anche se maturato prima dello scioglimento delle Camere.
Analogamente lo stesso principio è applicabile a Legnano. Il
fatto che si dovesse procedere alla surroga di un consigliere, è stato garantito dall’inserimento
nell’ordine del giorno, del consiglio del 26 marzo, che però non ha avuto luogo
per mancanza di numero legale.
Quindi, non si può affermare che il Comune di Legnano non
abbia voluto, per negligenza, procedere alla surroga, né tantomeno diffidare per
questo il Sindaco. Il Sindaco e il Comune di Legnano non hanno potuto procedere
alla surroga, per mancanza di numero legale, per volontà politica della minoranza
di consiglieri, divenuta di fatto nuova “maggioranza”.
Di conseguenza l’intervento del difensore civico (a difesa del primo dei non eletti) di diffida a procedere alla
surroga è da considerarsi inopportuno, fuori luogo e tempo, dal momento che non siamo
di fronte a una dimenticanza del Comune a surrogare un consigliere
dimissionario (prova ne è che era stato inserito all’ordine del giorno) né
tanto meno ad un atto prevaricatorio.
Il prefetto, a mio giudizio, dovrà prendere atto del fatto
che non vi è più una maggioranza consiliare ed attuare la procedura che porta a
nuove elezioni. Non deve assolutamente consentire, invece, che sia fatta “d’ufficio”
una surroga, a posteriori, che il
consiglio comunale trovatosi in minoranza non ha potuto democraticamente fare.
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