PEC al Prefetto di Milano, per copia conoscenza
Raccomandata PEC al Prefetto di Milano
Egr. Dott.
Prefetto di Milano,
sottopongo
alla Sua attenzione e quale copia
conoscenza, le seguenti mie considerazioni, pubblicate sul sito http://francometta.blogspot.com/, circa
la situazione che si è venuta a creare nel Comune di Legnano.
Cordiali saluti
Franco Metta
Immaginiamo,
per ipotesi, che venga a mancare, per qualsiasi ragione, un parlamentare. Al suo
posto dovrebbe subentrare il primo dei non eletti. Prima però che questo
subentro abbia effetto, sempre per ipotesi, il Presidente della Repubblica
decide di sciogliere le Camere per ragioni politiche (crisi di governo,
ingovernabilità, ecc. ecc.).
È evidente
che a questo punto il diritto a subentrare del primo dei non eletti viene meno,
anche se maturato prima dello scioglimento delle Camere.
Analogamente
lo stesso principio è applicabile a Legnano. Il fatto che si dovesse
procedere alla surroga di un consigliere, è stato garantito dall’inserimento
nell’ordine del giorno, del consiglio del 26 marzo, che però non ha avuto
luogo per mancanza di numero legale.
Quindi, non
si può affermare che il Comune di Legnano non abbia voluto, per negligenza,
procedere alla surroga, né tantomeno diffidare per questo il Sindaco. Il
Sindaco e il Comune di Legnano non hanno potuto procedere alla surroga, per mancanza
di numero legale, per volontà politica della minoranza di consiglieri,
divenuta di fatto nuova “maggioranza”.
Di
conseguenza l’intervento del difensore civico (a difesa del primo dei non
eletti) di diffida a procedere alla surroga è da considerarsi inopportuno,
fuori luogo e tempo, dal momento che non siamo di fronte a una dimenticanza del
Comune a surrogare un consigliere dimissionario (prova ne è che era stato
inserito all’ordine del giorno) né tanto meno ad un atto prevaricatorio.
Il prefetto,
a mio giudizio, dovrà prendere atto del fatto che non vi è più una maggioranza
consiliare ed attuare la procedura che porta a nuove elezioni. Non deve
assolutamente consentire, invece, che sia fatta “d’ufficio” una surroga,
a posteriori, che il consiglio comunale trovatosi in minoranza
non ha potuto democraticamente fare.
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