Riforma fiscale: "l'importante è che tutti paghino le tasse"



 

E qui al legislatore altro che una lampadina gli si dovrebbe accendere 

 

Premessa

Desideravo scrivere un editoriale sulla riforma fiscale, di cui si parla da un po’ di tempo.

Allora ho deciso di porre il seguente quesito in un paio di gruppi facebook. Sono entrambi gruppi privati, per cui per ragioni di privacy, posso pubblicare in fondo solo alcuni commenti, in forma anonima.

Al Nord i servizi pubblici offerti sono più efficienti. Al Sud il costo della vita è più basso. Al centro una via di mezzo. Sei d'accordo con questa affermazione? Basta questo a giustificare le stesse tasse a parità di reddito dichiarato? Chi ci guadagna? Come fareste la riforma fiscale? Parliamone 😉

 

Le risposte pervenute mi hanno aiutato a redigere il seguente commento.

 

Editoriale

Come sappiamo tutti, perché ci è stato ripetuto ormai non so quante volte, il problema dell’Italia è dovuto alla scarsa crescita da cui ne deriva la stagnazione economica. I più pessimisti parlano esplicitamente di declino.

Per far fronte a questa situazione l’Ue (di cui facciamo parte) ha dettato la sua ricetta chiedendo riforme strutturali e investimenti infrastrutturali (compreso la TAV ovviamente).

Sia le prime sia i secondi richiedono risorse economiche, quindi il debito pubblico aumenta invece che diminuire, facendo aumentare di conseguenza la pressione fiscale.

La gente protesta. I livelli di evasione sono elevati.

Ed ecco che allora si pensa alla madre di tutte le riforme che in confronto fa impallidire sia quella della giustizia, sia quella sul numero dei parlamentari (da cui il referendum, vera e propria arma di distrazione di massa):

La riforma fiscale

Sento parlare di modello tedesco. Per carità niente da dire all’efficienza tedesca (anche se poi le auto gliele disegnamo noi), ma resto comunque perplesso.

Basta davvero cambiare modello di tassazione (passare dalla tassazione progressiva a scaglioni a quella progresssiva continua) per risolvere un problema così complesso?

La questione va ricondotta per quello che è: ovvero la questione morale.

Chi è benestante fa di tutto per mantenere lo status e o migliorarlo.

Chi invece non lo è, guarda con invidia a chi sta meglio e fa di tutto per migliorare la propria condizione.

E fin qui ci può stare. Sta nella natura delle cose verrebbe da pensare.

La questione morale è invece come e cosa sono disposti a fare benestanti e non benestanti per raggiungere il loro obiettivo.

Ovvero, rispettando la legge e pagando le tasse oppure fregandosene di tutto e tutti e non guardando in faccia a nessuno?

Perché qui il punto non è stabilire che è sbagliato non pagare le tasse. Questo è pacifico. Ma è rendersi conto che chi lo fa sta sia nelle fascia dei benestanti sia in quella dei non benestanti.

Allora, e qui al legislatore altro che una lampadina gli si dovrebbe accendere, è evidente che la questione non la risolvi solo cambiando il modello fiscale.

Va riformato il sistema. Trovare un modo, in buona sostanza, che non permetta più di evadere le tasse, sia ai benestanti sia ai non benestanti.

Questo è l’unico modo per fare giustizia in questo Paese. Poi, ma solo poi, potremo anche parlare del modello tedesco.








 
 
 

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