Persone viventi
A pochi giorni dalla storica decisione del Parlamento
della Nuova Zelanda che ha conferito personalità giuridica al fiume Whanganui,
considerato divinità dal popolo Maori, arriva un’altra notizia simile.
In India, l'Alta Corte dell'Uttarakhand, dopo avere
esaminato l'istanza di un cittadino che chiedeva urgenti decisioni per
proteggere l'equilibrio ecologico dei
fiumi sacri indiani, ha firmato un'ordinanza in cui sottolinea che "gli
indù hanno una profonda 'Astha' (fede) nel Gange
e nello Yamuna, fiumi che
"sono centrali per l'esistenza della metà della popolazione indiana e per
la loro salute e benessere".
"Il Gange e lo Yamuna respirano, sostengono e vivono
con le diverse comunità dalle montagne al mare" e per questo, prosegue
l'ordinanza, "esiste il massimo vantaggio nel conferire lo status di
persona vivente/entità legale ai due fiumi, con i corrispondenti diritti,
doveri e responsabilità".
Da decenni le autorità indiane annunciano progetti per
la bonifica di questi due corsi d'acqua stanziando anche importanti somme di
denaro, fa notare il quotidiano The
Hindu, "senza che però fino a oggi si sia ottenuto granché".
Ed è così che, da un giorno all’altro, il direttore della Missione nazionale
per la pulizia del Gange, il segretario generale e l'avvocato generale dello
Stato di Uttarakhand si ritrovano a essere nominati responsabili in funzione di
genitori, quali esseri umani che
dovranno proteggere, conservare e preservare i fiumi Gange e Yamuna e i loro
affluenti.
Che sia il caso di nominare qualche genitore anche
dalle nostre parti?
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