Comitato "Diritto ex Fissa" critico con FNSI e con maggioranza di governo


Il Comitato "Diritto ex Fissa", a cui aderiscono alcuni giornalisti in pensione (e non) ha diffuso un comunicato a seguito dell'approvazione in Senato della Legge di Stabilità. Sotto accusa il provvedimento che autorizza nuovi prepensionamenti, che metterebbero a serio rischio commissariamento l'INPGI. La Federazione Nazionale della Stampa ha già indetto per domani a Roma una manifestazione di protesta. Troppo tardi secondo il Comitato "Diritto ex Fissa".





L’”AMMAZZA INPGI” HA LA FIDUCIA IN SENATO. ORA LA FNSI PUO’ PROTESTARE (INUTILMENTE).
Ecco fatto, è finita. La Legge di Stabilità ha avuto la fiducia al Senato, coi suoi provvedimenti “ammazza-Inpgi”: stop allo scudo anti commissariamento, no all’ingresso a breve dei comunicatori, nuovi prepensionamenti, 120 solo nel 2020 e ben 200 nel 2021.
Rimane, per le aziende editoriali, la contestatissima possibilità di assumere, al posto dei giornalisti prepensionati, anche non giornalisti, “soggetti in possesso di competenze professionali coerenti con la realizzazione dei programmi di rilancio, riconversione digitale e sviluppo aziendale”. Quindi persone iscritte all’Inps.
 Insomma, un totale ribaltamento di quanto a giugno il 1° governo Conte aveva chiesto all’Inpgi di fare nella legge Crescita: provvedere a maggiori entrate e a minori uscite.
E’ vero che - a fronte di una perdita contributiva DEFINITIVA per l’Inpgi di almeno 4.5 milioni all’anno al netto del contributo annuale dello Stato di 20 milioni l'anno fissato da due leggine del 2009 - si aggiungeranno ora, come si legge nel relativo comma della Legge di Bilancio, altri 7 milioni nel 2020 e poi 3 milioni annui dal 2021 al 2027. Ma questi soldi non nascono dal nulla. Arrivano dalla riduzione del “Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione”, quindi vedrete che fra un po’ si tornerà a parlare di mancanza di soldi per sostenere le piccole realtà editoriali e quelle locali. Esattamente come voleva fare il governo Conte1, accusato di voler sopprimere la libertà di stampa.
Questi provvedimenti suicidi, inutile fingere, sono stati voluti sia dal Pd che dai 5 Stelle (ricordiamo che i relatori dell’emendamento sui prepensionamenti erano due, Rossella Accoto, M5S e Dario Stefano, Pd) , nonostante il nostro ineffabile Sindacato punti il dito contro una parte sola.
Ora la legge arriva blindata alla Camera e i giochi sono chiusi. E cosa fa il nostro sempre ineffabile Sindacato? Ci chiama alla mobilitazione per il 18, mercoledì, a cose fatte. Il 18 ce la cantiamo e suoniamo fra di noi, perché la politica si è già espressa: l’Inpgi deve morire. Ma la Fnsi arriva candida candida a denunciare in piazza a scoppio ritardato “il tentativo di colpire l’Istituto di previdenza”. Già fatto, grazie. Non è più un tentativo, è una missione portata a termine, ma forse non se ne sono accorti.
Se la Fnsi voleva protestare seriamente, doveva chiamarci a raccolta ben prima, o almeno lunedì, di fronte al Senato, quando si votava la fiducia. Ora sembra che lo faccia per lavarsi la coscienza.
Naturalmente il 18 inneggeremo alla libertà di informazione e al diritto dei cittadini di essere informati.  E come no. Una volta uccisi economicamente i giornalisti, più di quanto già non sia, avremo tutta la libertà del mondo. Soprattutto quella di non svolgere questo mestiere. La libertà di stampa passa attraverso garanzie, stabilità e sicurezza economica, un istituto di previdenza solido e tanta gente che versa i contributi, non che lascia il lavoro perché le aziende vogliono sfoltire.
E poi ci si chiede perché la Fnsi abbia sempre meno iscritti. La libertà di informazione fa ben poca breccia in chi lavora gratis sperando in un mezzo contratto, in chi guadagna pochi spiccioli ad articolo. Costoro sono l’esempio vivente del ricatto, altroché libertà. Non ci è rimasta nemmeno la libertà di vivere di questa professione:  questa è la verità.
E il sottosegretario all’editoria Martella, Pd, che ha esordito dicendo “il mio lavoro è rilanciare la professione del giornalismo”, che dice adesso? Nulla. Il 4 dicembre aveva dichiarato di voler intervenire efficacemente sul futuro dell’Inpgi e sui prepensionamenti: “L’indipendenza e l’autonomia del giornalismo si sostengono anche con certezze di carattere previdenziale”. Il buon Martella sosteneva di aver “provato a individuare risorse finanziarie per anticipare la scelta di portare i comunicatori nell’Inpgi al 2023”.  Non solo non le ha individuate, ma il suo governo ha bocciato la proposta di far entrare i comunicatori nell’Inpgi nel 2021.
Il Comitato “Diritto ex fissa” è stufo di questo gran ballo dell’ipocrisia, di chiacchiere e proclami. La Fnsi rivendica come un gran successo l’aver ottenuto due, anziché tre prepensionamenti in cambio di un nuovo ingresso. E chi ne voleva tre? Luca Lotti, Pd, come riportato da Prima Comunicazione, negli anni in cui aveva la delega all’editoria.
(https://www.primaonline.it/2019/12/11/298793/su-prepensionamenti-martella-cerca-di-aggiustare-il-tiro-crimi-cosi-settore-si-suicida/
)  
Ma lo volete capire o no che questi prepensionamenti, siano essi voluti dal Pd o dai 5 Stelle,  proprio non ci dovevano essere?
In questo quadro, non è nemmeno detto che si arrivi, a febbraio, alle elezioni per il rinnovo dei vertici Inpgi perché il governo Conte 2 ha bocciato un emendamento del senatore Pd Manca che bloccava il commissariamento dell'Inpgi fino al 30 giugno 2020. Più che elezioni, rischiano di essere un funerale e i neo eletti i becchini addetti alla salma.
Care colleghe e colleghi depredati dell’ex fissa, e non solo, scusate la durezza, ma i giornalisti sono molto bravi a mettere sotto accusa gli altri e mai se stessi ed è ora di finirla, è ora che si denunci anche l’ipocrisia, le correnti, le complicità e  le bassezze di questo nostro mondo.
A scanso di equivoci, ribadiamo che Il Comitato “Diritto ex fissa” è del tutto apartitico, non è legato ad alcuna ideologia né ha legami con alcuna parte politica, ma vuole solo verità e trasparenza, fin troppo calpestata ormai, e la questione ex fissa ne è un esempio lampante. La nostra linea è la concretezza, esercitata attraverso un limpido e doveroso spirito di critica e di protesta. Per questo cerchiamo almeno di informarvi su come stanno veramente le cose.
Per di più, ciliegina sulla torta, i nuovi prepensionamenti faranno automaticamente aumentare ancora il numero dei creditori dell'ex fissa e diminuire le risorse che annualmente affluiscono all'Inpgi.
 
Grazie dell’attenzione.
Il Comitato “Diritto ex fissa”

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