Cittadini e cambiamenti climatici: siamo consapevoli?



«I cittadini capaci di vivere nell’epoca dei cambiamenti climatici devono essere in grado di cogliere problema, contesto, soluzioni, individuando rischi e opportunità, non su un piano esclusivamente teorico. Perché il processo educativo abbia successo è innanzitutto necessario far emergere (rendere consapevoli) la motivazione per i soggetti coinvolti nel percorso educativo, in modo che siano consapevoli che il cambiamento climatico è un problema anche personale per loro».

«Le persone devono capire quale sia la mappa concettuale, che connette i diversi aspetti del cambiamento climatico. Oltre ai concetti di previsione, prevenzione, rischio, emergenza, resilienza, relazione, incertezza…».

Quelle che avete appena letto non sono parole mie.

È un estratto del documento conclusivo redatto dal Tavolo di lavoro n. 9 – Lotta al cambiamento climatico tenutosi durante la Conferenza nazionale educazione ambientale e allo sviluppo sostenibile – Stati Generali dell’Ambiente, del 22 novembre 2016.

Potete leggere integralmente il documento all’interno della Carta sull'educazione ambientale e allo sviluppo sostenibile (2016).

Quel tavolo di lavoro non si era soffermato sugli aspetti tecnico-scientifici del clima, bensì aveva affrontato la questione educativa.
E aveva proprio colto nel segno quando si poneva questo quesito:

«La questione climatica rappresenta una grande emergenza mondiale e si traduce spesso in situazioni locali di emergenza e rischio. Questo suscita reazioni emotive che provocano paura. Proprio per questo la comprensione di cosa siano i cambiamenti climatici diventa fondamentale ma non basta. Sul piano educativo occorre rispondere alla domanda: quale è il profilo del cittadino che sappia affrontare il cambiamento climatico?».

Il documento evidenziava inoltre come «i ragazzi non sono l’unico referente dell’educazione ambientale. La questione climatica riguarda tutti e da subito occorre coinvolgere in percorsi educativi anche gli adulti, sia nella loro dimensione lavorativa (insegnanti, tecnici della pubblica amministrazione, manager, ecc.) sia come cittadini, nell’ambito dell’educazione permanente. Così come vanno coinvolti i settori dell’amministrazione pubblica e il mondo delle imprese».

Sono passati quasi due anni da quando fu redatto questo documento.
Non so quanti di noi lo abbiamo letto prima.
Non so quanti di noi siano oggi consapevoli.
Di sicuro so che siamo tutti coinvolti.







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