Nuova biblioteca: vincolo paesaggistico?
Lettera aperta
Spett.le Comune di Legnano
Spett.le Comune di Legnano
Opere pubbliche
All’attenzione del Sig. Sindaco, della Giunta e del
Consiglio Comunale
Come ho avuto modo di spiegare sulla mia pagina facebook
ho firmato No per la costruzione del nuovo edificio destinato alla biblioteca soprattutto
per salvare il parco Falcone-Borsellino,
che insiste su quell'area grazie a un precedente accordo di spartizione dell'ex
cotonificio Cantoni, area rimasta per molti anni
abbandonata. L'accordo prevedeva una parte edilizia destinata ad attività
commerciali, un'altra parte edilizia per attività residenziali e infine una
parte a verde pubblico.
Con il progetto di un nuovo palazzo pubblico, da destinare a uso biblioteca, l’amministrazione comunale intende ridurre in modo considerevole la parte di verde pubblico.
I recenti tragici fatti avvenuti a Casteldaccia in Sicilia e
i fenomeni climatici estremi (sotto
forma di mini-uragani) che oramai interessano il nostro Paese provocando ingenti
danni, fanno riflettere sul fatto che il nuovo complesso sarebbe edificato
in prossimità degli argini del fiume Olona.
Generalmente 150 metri rappresentano la fascia di rispetto, prevista non solo per i fiumi iscritti nell’elenco delle acque pubbliche, e in presenza di vincolo paesaggistico. La fascia è posta a tutela sia del regolare scorrimento delle acque sia in funzione preventiva rispetto ai rischi per le persone e le cose (come i libri per esempio) che potrebbero derivare dalle esondazioni.
Nei centri urbani, la normativa prevede però una fascia di rispetto di inedificabilità assoluta pari a 10 metri, da argini artificiali che, quindi, nel caso in questione sarebbe rispettata.
Generalmente 150 metri rappresentano la fascia di rispetto, prevista non solo per i fiumi iscritti nell’elenco delle acque pubbliche, e in presenza di vincolo paesaggistico. La fascia è posta a tutela sia del regolare scorrimento delle acque sia in funzione preventiva rispetto ai rischi per le persone e le cose (come i libri per esempio) che potrebbero derivare dalle esondazioni.
Nei centri urbani, la normativa prevede però una fascia di rispetto di inedificabilità assoluta pari a 10 metri, da argini artificiali che, quindi, nel caso in questione sarebbe rispettata.
Tuttavia, a mio giudizio, saremmo pur sempre in presenza di un caso da "vincolo paesaggistico", facilmente
dimostrabile.
Ci troviamo infatti in uno dei pochi parchi e giardini pubblici del centro della città. Uno degli ingressi si trova proprio di fronte a Palazzo Malinverni, sede del Municipio e all’abside della Basilica di San Magno.
Ci troviamo infatti in uno dei pochi parchi e giardini pubblici del centro della città. Uno degli ingressi si trova proprio di fronte a Palazzo Malinverni, sede del Municipio e all’abside della Basilica di San Magno.
Dall’altro lato per chi giunge da Corso Italia o da via Felice Musazzi, sfociando sulla rotonda di piazza IV Novembre, si apre una vista panoramica ampia, delimitata sulla destra dall’edificio della birreria e sulla sinistra dal centro commerciale, come appunto si intuisce dalla foto di apertura tratta da StreetView di Google Maps.
Il verde del parco rappresenta l’unica via di fuga visiva dal cemento, una vista che permette di scorgere e distinguere, oltre agli alberi, sullo sfondo anche la facciata della chiesa di Santa Rita.
Ebbene, costruire praticamente lì in mezzo un altro edificio soffocherebbe questo orizzonte, metterebbe in ombra e toglierebbe visibilità al parco stesso. La piazza IV Novembre risulterebbe poi quasi del tutto circondata da edifici. Quel poco di parco rimasto, risulterebbe nascosto, alle loro spalle. Lo scorcio cittadino sul parco verrebbe radicalmente cambiato, alterando le viste prospettiche attuali.
Per questi motivi ho ragione di ritenere che su quell’area dovrebbe sussistere vincolo paesaggistico.
Nota tratta da https://www.cosedicasa.com/esperto-risponde/risposte-soluzioni/il-vincolo-paesaggistico-che-cosa-dice-la-legge-31819
«Il
vincolo paesaggistico è uno strumento previsto dalla legislazione italiana per
tutelare gli immobili e le aree di maggior pregio paesaggistico. La finalità è
quella di mitigare l’inserimento di opere edilizie e infrastrutture in questi
spazi: non si preclude comunque del tutto la possibilità di costruire, ampliare
ed edificare, ma tutto ciò va fatto secondo indicazioni e parametri tali che
gli interventi non possano danneggiare il pregio paesaggistico e ambientale
della zona, ma invece ne rispettino e ne preservino il valore. Per queste aree
tutelate il Comune non è più l’unico ente preposto a decidere riguardo gli
interventi edilizi: occorre l’autorizzazione paesaggistica rilasciata da enti
gerarchicamente sovraordinati, come la Regione, su parere vincolante della
Sovrintendenza ai Beni paesaggistici e ambientali»
Grazie per l’attenzione,
Grazie per l’attenzione,
cordiali saluti
Franco Metta
Franco Metta
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